Ciao a tutti,
voglio iniziare questo articolo scusandomi con le persone che ignare hanno partecipato a questo “esperimento” che mi aiuterà a spiegare solo alcuni degli aspetti che intercorrono tra il comunicare e il percepire la comunicazione. Perdonatemi.

  • Mezzo: social network Facebook.
  • Target: amici, conoscenti e collaboratori che avevano accesso all’informazione di Facebook.
  • Relazione: ogni soggetto del target ha una relazione e conoscenza differente nei miei confronti in modo da avere una eterogeneità di relazioni.
  • Momento storico: ogni soggetto vive il momento storico attuale e passato da dove attinge informazioni per creare una relazione fondata sulla propria percezione della comunicazione.

L’argomento è un po’ articolato e proverò a spiegarlo anche se costretto a saltare probabilmente da un punto ad un altro.

Veniamo a noi: il tutto è nato dall’esigenza di spostare una banalissima lampada da scrivania che non trovavo più comoda dov’era posizionata; passatemi l’espressione ma è da qui che ho avuto l’illuminazione.
Ci capita molto spesso che per eseguire una banalissima operazione questa richieda un “caos” di altre operazioni per svolgere la primaria: nel mio caso spostare una lampada.
Una delle cause che ha provocato lo spostamento della lampada è stata quella che, per posizionarla dove volevo, inevitabilmente mi sono ritrovato a dover spostare le scrivanie dello studio: spostare le scrivanie ha significato spostare altri oggetti nella stanza che a loro volta han generato caos con la conseguenza di dover a questo punto pulire e risistemare.
L’effetto a catena mi ha fatto pensare a come in comunicazione le cose siano identiche e di come tra la comunicazione e la percezione si scaturiscano aspetti del tutto casuali basati su chi riceve il messaggio e su come lo stesso venga interpretato dai fattori che lo circondano: mezzo, target, relazione, conoscenza e momento storico.

Chi è stato coinvolto su Facebook sà cosa è accaduto: faccio chiarezza qui sotto con questa immagine e a seguire il relativo testo di conversazione. Ripeto, le persone erano ignare di questo test.

Facebook - comunicazione-percezione

L’immagine che vedete proviene direttamente dal mezzo usato che in questo caso è stato Facebook: il più comune famoso social network di questi tempi. Se non lo avete fatto cliccate per vedere le foto ingrandite e leggete il contenuto; per una lettura più snella lo riporto anche qui sotto.

Davide V. ???
alle 18.29
Sandro F. Cazzo combini!!
alle 18.35
Asterisco Mizzica!
alle 18.43
Guglielmo R. che combini ema?
alle 18.44
MyBag che fai?
alle 18.47
Sandro F. Quando fa il misterioso lo strozzerei!
alle 18.47
Asterisco No, questo è marketing. Crea curiosità intorno a qualcosa…e poi va a finire che era la solita str….ta, ma questo è un altro paio di maniche. Un professionista a 360°
alle 18.50
MyBag secondo me sta preparando una bomba nucleare per il parlamento
alle 18.51
Sandro F. Bene. Dunque userò anch’io la mia strategia di marketing. Prima lo strozzo e poi lo nascondo, quindi creerò curiosità sufficiente per un bel po’
alle 18.52 ·
Asterisco @Sandro: perfetto! Vedrai che funziona. Almeno finché non lo trovano…
alle 18.54 ·
Sandro F. Lo trovano, lo trovano…basta aspettare le prime bollette insolute
alle 19.09 ·
Emanuele Nonni Questa volta c’è poco da scherzare. Domani si finisce. Sarà una lunga domenica
alle 20.11 tramite cellulare ·
Fabio G. Ema… Che cazzo succede???
alle 22.39
Simone T. Sappi se domani ti serve una mano io ci sono , comunque mi dispiace sono affranto per te
alle 22.55
Emanuele Nonni Grazie Simo… è bello sapere che si può contar sugli amici. Raga che succede? Le foto credo siano esplicative: c’è poco da aggiungere
alle 22.59
Sandro F. Come minimo sta rinnovando l’ufficio. Oppure sta facendo la settimana santa.
23 ore fa
Davide C. Ma che cazzo… Starai mica chiudendo bottega 0_0
23 ore fa ·
Nicla Dici ?????
15 ore fa ·
Sauro P. Noooo! Mi dispiace!
15 ore fa ·
Silvia B. spero che non sia così…. magari sposti l’attività
8 ore fa · ·
Luca P. Ma dove vai?
2 ore fa
Sandro F. Gli va indietro il calendario. il 1 aprile è passato
23 minuti fa
Come scritto prima, spostando oggetti e scrivanie ho creato un certo caos nella stanza e si può tranquillamente notare nelle foto inserite sull’immagine precedente. In aggiunta alle foto ho scritto: “Si smonta tutto. Stato bello finché è durato!”.
La scelta delle frasi e delle parole sono state volutamente corte e decise lasciando comunque sia un’associazione testo/immagine a chi si fosse imbattuto alla lettura. Non ho definito il perché stessi smontando tutto come non ho definito cosa fosse stato bello fino a quel momento li. Mi sono tenuto, in comunicazione, molto sul vago con delle fotografie insolite: una stanza disordinata con molti oggetti fuori posto. Attenzione: mi sono tenuto vago in comunicazione ma allo stesso tempo ho utilizzato termini ben specifici ed immagini significative. Inizia qui il processo cognitivo di ognuno di noi basato sulla relazione che abbiamo con chi comunica collocandolo il momento storico e il bagaglio culturale di ogni persona: una serie di effetti e casi d’infinite combinazioni.

Analizziamo insieme cosa è accaduto.

Le prime annotazioni provenienti degli utenti destano curiositá e perplessità: chiedono maggiori informazioni sulla relazione testo/immagine domandando più esplicitamente cosa stessi facendo.
Il silenzio al mio post scaturisce tra gli utenti una conversazione su di me in tono scherzoso: questi due utenti come target fanno il mio stesso lavoro, hanno avuto conversazioni ed altre relazioni lavorative a breve con me ed intuiscono qualcosa. Avviene tutto in poco più di 30 minuti dal mio post messo in un fine settimana in orario con bassa affluenza di utenti.
Interviene in discussione un cliente dello studio il quale, da curiosità iniziale, interagisce con gli atri due utenti non sapendo che si occupano del mio stesso lavoro; risponde ironicamente e si basa su fatti e momenti storici recenti discussi in studio nella stessa settimana del post di Facebook.
La discussione continua in modo spensierato fino ad una mia nuova risposta: notare che anche questa utilizza termini specifici senza spiegare cosa sta accadendo. In questo caso stabilisco una variazione temporale rispetto alla prima frase scritta circoscrivendo quando altri eventi accadranno. Non sto specificando cosa accadrá. Ribatto nuovamente sulle foto, sposto il focus e l’attenzione nelle immagini scattate del disordine.
Intervengono così, oltre ai messaggi pubblici, domande private, messaggi su whats app, messaggi in chat, telefonate… insomma, accade che lo stato degli utenti cambia a tal punto da passare a mezzi più intimi e diretti (questi dovuti ad una preoccupazione): la comunicazione si sta spostando in altre piattaforme e mezzi.
Di fatto sta che molti, legati al periodo storico di chiusura di molte attività, hanno pensato immediatamente ad una potenziale chiusura dello studio: questo è avvenuto da parte degli utenti che si relazionano molto meno con me e che si ritrovano un post “strano” nella mia bacheca. Un momento storico fa si che, non avendo relazione diretta da tempo con l’interessato, possa di base creare un associazione diretta a ciò che accade agli atri associando la frase/immagine ad uno standard comune del periodo storico: in questo caso la chiusura dell’attività. L’utente Sandro F., lo stesso che ha avuto un contatto recente con me, incomincia a ristabilire un “certo verso” alla discussione: lo fa semplicemente perché ha degli elementi in più rispetto ada altri che gli suggeriscono l’impossibilità della chiusura; Sandro sta aspettando un lavoro e reputa strana una chiusura improvvisa. Il susseguirsi di altri interventi dimostrano come chi di recente ha parlato con me non pensa ad una chiusura dell’attività mentre chi non si relaziona con me da tempo si affida al momento storico dove molti chiudono i battenti.

Tiriamo le conclusioni.

Questo esperimento che ho voluto fare evidenzia molti aspetti di comunicazione e percezione. Spesso siamo bombardati da slogan, comunicazioni, pubblicità e non capiamo cosa queste vogliano farci capire se non con un uso diretto delle parole: ma queste, come vengono percepite dall’utente finale?, a che target puntano?, che mezzo utilizzano?, come si spostano tra i mezzi comunicativi e che percorso fanno? dove si posizionano?, in che momento storico sono utilizzate?

Spesso mi capita di dover come dire… ascoltare il cliente con le sue idee sul come dover comunicare un prodotto, quali sono le migliori strategie e mezzi di comunicazione da utilizzare. Credo fortemente invece che una qualsiasi persona che non si occupa di comunicazione debba affidarsi a chi se ne occupa e farlo in sinergia, lavorando insieme proponendo esigenze e costruire con i professionisti la giusta linea comunicativa perché, anche quando ci impegniamo a trovare la migliore/i soluzione/i, dobbiamo sempre tener conto con quale mezzo comunichiamo, qual’è il nostro target, con chi ci relazioniamo, qual’è il bagaglio culturale di conoscenza e in che momento storico si sta comunicando.

 

Sereni, alla fine, dato il casino fatto, oltre a spostare la lampada ho poi sistemato e rimesso in ordine la sala computer dello studio: non si sta affatto chiudendo i battenti, tutto l’opposto ;)

Emanuele Nonni

Sala computer 300dpi STUDIO

Computer 300dpi STUDIO

Computer 300dpi STUDIO